Milana ha sette anni, i capelli raccolti in una treccia e un cerchietto rosa che le avvolge il capo. È una bambina minuta, aggraziata e timida come ogni bambina di quell’età.
È seduta al mio fianco, accanto alla sorella e al papà Artur; ogni tanto lo cerca con lo sguardo, come a voler chiedere un po’ di rassicurazione.
I lineamenti del viso sono dolcissimi e la sua voce è flebile e delicata. Le chiedo subito quale sia la sua materia preferita a scuola e senza pensarci troppo su mi risponde: ≤ la matematica. ≥
Continua dicendo che da grande le piacerebbe diventare una parrucchiera o un’estetista e nel farlo i suoi occhi si illuminano e finalmente sorride.
Parliamo di quanto si è trovata a vivere, aiutati dalle amorevoli parole del padre. Milana aveva paura, quel tipo di paura che si fa fatica a dimenticare: tutt’ora, anche qui in Italia, quando vede un aereo in cielo si spaventa, temendo possa sganciare una bomba.
Uno tra i giochi preferiti dei bambini è guardare il cielo e contare le scie degli aerei, sbracciandosi per salutarne i passeggieri, quasi come potessero realmente vederli: lo fanno proprio tutti. Nessun bambino dovrebbe pensare alle bombe vedendo un aereo.
L’apice della paura Milana lo ha provato durante l’ultima notte passata nella sua casa: mamma e papà avevano spostato i mobili del salotto davanti alle finestre, per evitare che i vetri potessero colpirli, e hanno dormito tutti insieme, in una casa ormai senza corrente elettrica. Ha provato molta gioia quando i suoi genitori le hanno detto che sarebbero fuggiti via.
Con sé ha portato solamente uno zainetto con dentro un cambio, lo spazzolino da denti, dei pennarelli e il suo peluche preferito: un piccolo fenicottero. Una volta giunta a Rovigo però si è resa conto di aver perso il peluche. I volontari e le persone immense che l’hanno soccorsa hanno messo in moto una catena di aiuti atta a ritrovare quel piccolo pellicano sperduto: quando finalmente l’ha potuto riabbracciare era la bambina più felice del mondo.
Milana qui sta bene, le piace questo posto e dice che vuole restare qui in Italia.
Interviste di Emanuela Guerra
Foto di Roberto Pisconti