Yuliia è una manager delle vendite in un negozio di vestiti da ballo per bambini, ha una figlia quasi adolescente e un marito. Una famiglia normale che vive una vita normale.
Un’esistenza destinata a cambiare in modo drastico quando un giorno, alle cinque del mattino, un missile colpisce l’aeroporto vicino alla loro abitazione.
Lei e suo marito lo hanno capito immediatamente: quella era la guerra.
In fretta e furia hanno fatto i bagagli e sono riusciti a partire il secondo giorno di bombardamenti: attraversando il paese gli scenari erano impressionanti e a fatica riuscirà a dimenticare le immagini degli incendi, delle esplosioni e dei detriti, dove prima c’erano strade e monumenti.
I bambini guardavano gli incendi e chiedevano: ≤Perché nessuno corre a spegnere quel fuoco? ≥
Grazie ad Elena, la direttrice della Maschio-Gaspardo in Ucraina, lei e la figlia sono riuscite ad arrivare sane e salve qui in Italia, ma suo marito è dovuto restare in Ucraina, continuando a lavorare a distanza; si sentono costantemente e lui le racconta che di giorno in giorno si sposta tra le città considerate più sicure, quelle dove il conflitto non è ancora arrivato.
Yuliia è molto preoccupata sia per il marito che per la figlia, che è con lei qui in Italia. Cosa può pensare una bambina appena adolescente di tutto questo? Cosa le rimarrà? Da una parte ha paura che la fuga e la separazione possano diventare un trauma enorme da superare, ma dall’altra non vuole neppure crescere dei bambini dentro a dei sotterranei.
Yuliia vuole tornare al più presto in Ucraina, vuole rivedere suo marito.
Interviste di Emanuela Guerra
Foto di Roberto Pisconti